Salice è il marchio sportivo d'Italia
90 e non sentirli. Sono gli anni che compie SALICE nel 2009. Un compleanno importante per l'azienda di occhiali sportivi fondata nel 1919 da Vitaliano, nonno di Anna Salice (terza generazione e prima femminile) alla guida dell'azienda di Gravedona, sulle rive del Lago di Como. Un marchio che ha fatto dell'italianità un elemento distintivo, non solo riportando i colori della nostra bandiera sui prodotti, rendendoli estremamente distinguibili e riconoscibili negli anni, ma mantenendo caparbiamente tutta la produzione in Italia, per garantire elevati livelli di qualità negli occhiali sportivi e nelle maschere da sci.
Il 1919 è, come abbiamo detto, l'anno di avvio, quello in cui Vitaliano Salice fonda l'azienda che si propone prima di tutto di produrre astucci per occhiali e, in un secondo tempo, occhiali per la protezione sul lavoro. A Musso (prima sede aziendale) ci sono le cave di marmo in cui stanno molti operai che rischiano la vista nel lavorarlo.
Nel 1945 la sede viene spostata da Musso a Gravedona, dove si trova tutt'ora, sempre sulle sponde del Lago di Como, luoghi poco distanti tra loro in cui la famiglia è fortemente radicata.
Durante la seconda guerra mondiale l'azienda si mette al servizio dell'esercito e produce occhiali per i soldati per poi passare, alla fine della stessa, alla produzione di modelli per i motociclisti.
Siamo negli anni '50 e l'avvento vespe della Vespa e della Lambretta condizionerà notevolmente gli usi e costumi degli italiani che, utilizzando sempre di più questi mezzi di trasporto, si avvarranno anche degli occhiali da sole. Ed è proprio in questi anni, in cui l'occhiale è sempre più un accessorio ricercato, che la conversione della produzione Salice diventa definitivamente quella degli occhiali da sole.
Negli anni '60 non sono ancora molti quelli che praticano lo sci, considerata ancora una disciplina sportiva elitaria, ma ci si comincia ad avvicinare a un'idea di fare sport sulla neve e Salice, da sempre proiettata verso il futuro, anticipa un'altra volta i tempi iniziando la produzione di maschere da sci.
Arrivano così gli anni '70 ed esplode la "valanga azzurra" nelle competizioni di Coppa del Mondo. Thoeni e compagni (Gros, De Chiesa, Stricker, solo per citarne alcuni) la fanno da padrone sui campi di gara. L'Italia è sempre in cima alle classifiche e gli atleti sul podio, con addosso la bandiera italiana stampata sulle bande elastiche delle maschere e sulle aste degli occhiali Salice.
Siamo negli anni '80 quando il fashion system italiano esplode a livello mondiale con le sue collezioni di moda: sono gli anni del consumismo sfrenato, degli yuppies e dei paninari che, col loro modo di vestire dettano una tendenza difficile da dimenticare. Non potevano mancare gli occhiali col mitico articolo 38 di Salice che finirà proprio in testa ai paninari in tutti i colori possibili e immaginabili.
Nell '87 poi la lungimiranza dell'azienda mette a segno un colpo non da poco: alla fiera annuale dello sport, ISPO, che si tiene in Germania, Anna Salice, da poco entrata in azienda, vede uno stand americano che ha al centro illuminato solo un occhiale. L'azienda si chiama Oakley e Salice decide di importarlo in Italia. Un connubio fortunato che durerà fino al 1993, quando l'azienda a stelle e strisce, divenuta ormai un colosso, deciderà di aprire il proprio quartier generale in Europa. Ma questo rimane comunque un segno di come "l'essere del mestiere" da generazioni permette di vedere anche solo in un singolo occhiale l'affare e la qualità, ma soprattutto le opportunità che il settore può offrire.
Il vintage e il rilancio dei bei modelli e dei begli oggetti del passato fanno fare alla fine degli anni '90 anche all'azienda di Gravedona il passo della "riedizione" di collezioni di vent'anni prima, con un notevole successo di pubblico, che non dimentica la qualità, ma soprattutto l'italianità di chi, mentre tutti corrono a est, vuole mantenere un'identità nazionale sui prodotti e sulla produzione.
Una testardaggine questa che paga anche in termini di fatturato, che ha superato i 5 milioni di Euro realizzato con 47 addetti, tutti impiegati nella sede di Gravedona.
Il team di lavoro in azienda è giovane e dinamico, la forza del prodotto sta nell'alta qualità associata a un "giusto" prezzo e a un rapporto molto intenso con i rivenditori, che possono contare su un'interfaccia aziendale pronta a cogliere le esigenze di tutti e sulla puntualità delle consegne.
"Fatti di sport" è il claim dell'ultima campagna aziendale di SALICE, di impatto e provocatorio allo stesso tempo. Un richiamo ai molti atleti che si sono affidati a questi prodotti per le loro performance in gara nello sci alpino, sci fondo, sci alpinismo, snowboard, biathlon, ciclismo da strada, motocross, skiroll, kitesurf, enduro, supermoto, mountain bike, tra cui campioni del calibro di Renato Pasini, Simone Origone, Antonio Rossi, Alessandro Petacchi, Chicco Chiodi, Massimo Beltrami, solo per citarne alcuni.
Sponsorizzazioni in cui l'azienda crede e che non sono altro che una semplice traduzione dello spirito di squadra che anima da tre generazioni e da 90 anni il gruppo SALICE.